Data: 07.06.2013

Autore: Gabriele Ornaghi

Oggetto: Mater Philosophia

“Che cos’è la filosofia?” È una di quelle domande a cui è difficile rispondere. Forse anche gli stessi filosofi faticano a superare la “semplice” risposta: amore per la sapienza. Se uno apre un qualsiasi manuale per liceo e inizia a leggerlo da capo a fine certo non troverà una risposta chiara ed univoca, poiché diversi sono i volti che la filosofia può assumere (e ha assunto) lungo i secoli e a seconda dei diversi pensatori. Tuttavia chi come me ha partecipato alla serata del Caffè filosofico di lunedì 11, certamente è rimasto colpito dalla forma che la filosofia assume nell’esperienza di “Filosofi lungo l’Oglio”. A partire da quanto i due relatori ci hanno comunicato durante la serata, voglio cercare di delineare il volto della filosofia, senza entrare nel dettaglio delle singole argomentazioni che essa indaga.

“Ha vinto la filosofia femmina”, ha esordito così il giornalista Tonino Zana, parlando dell’esperienza bresciana e subito un sorriso è apparso sul mio volto. Il motivo è molto semplice: credo davvero che la filosofia sia femmina, poiché essa ha la capacità di sedurre coloro che, anche solo per un attimo, si pongono sul suo cammino. La filosofia non è però una seduttrice come lo erano le sirene di Ulisse, le quali sapevano incantare solamente, portando gli uomini lontano dalla loro vita (fino alla morte). La filosofia per sua natura seduce gli uomini conducendoli per mano lungo un cammino che dura sì l’intera esistenza umana, ma che al contempo li porta a scrutare e comprendere la vita stessa. La filosofia non è però quell’ancella (per usare la traduzione più raffinata) a cui tante volte nella storia si è voluto ridurla. Essa invece come una madre, come un’amica accompagna uomini e donne alla scoperta del mondo finito ed infinito. La filosofia è in grado di aiutarci perché sa parlare al cuore dell’uomo, sia quando è in grado di meravigliarci, sia quando ci rimprovera e ci ricorda la nostra natura umana (basti pensare ad Heidegger, Sartre, etc.).

La filosofia è inoltre, quella madre che con il dolore in mano, come fanno i filosofi lungo l'Oglio "nelle nebbie della storia e dell'inverno" (per parafrasare Tonino Zana), sa spiegare ai propri figli che cos'è la follia dell'uccidere, dell'imprigionare (come ha cercato di mostrare Boezio) e che cos'é la morte. Dalla nascita alla morte e oltre, la filosofia sa abbracciare tutta l’esistenza del mondo, dell’uomo, del finito come dell’infinito. Essa sa penetrare nel cuore dell’uomo al punto di indurlo ad interrogarsi sul significato di tutto (portandolo a volte a dubitare dell’esistere stesso, si pensi a Cartesio), per giungere in ultima istanza a quella luce che rischiara le tenebre (Platone, Agostino d’Ippona) che è la conoscenza/contemplazione della verità.

La filosofia è anche in grado di far diventare amici gli estranei (come già affermava Platone), di saper unire persone diverse, “popoli di fiumi diversi”, che posti su un cammino comune giungono ad essere gemelli. Gemelle sono le nostre esperienze, quelle del Caffè Filosofico e quella di Filosofi lungo l’Oglio, che nel cammino del pensiero possono incontrarsi per crescere e far crescere come la madre filosofia ci insegna.

La filosofia è infine vera maestra quando, come ci ha ricordato Francesca Nodari citando Lévinas, ci parla direttamente superando anche il mero testo scritto. Lo scritto è si importante ma nell'ascolto diretto, vero ed autentico, perché cercato, voluto, noi possiamo cogliere tutto ciò che di vero la filosofia può insegnarci. La stessa tradizione rabbinica ci ricorda che un vero ed autentico studio si ha solo quando lo studente studia in coppia, perché solo in due (o più) si può giungere alla verità. La speranza di giovane “filosofo” allora è quella di poter camminare per anni con le “gemelle”, così da poter insegnare a sua volta ad altri giovani che cos’è la filosofi, e che non è altro che la madre, l’amica che ci accompagna alla sapienziale verità.

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