Data: 18.06.2013

Autore: Tiziano Guerini

Oggetto: Contributo

L’uomo con tutto se stesso si propone di raggiungere la verità e la felicità (sinonimi). Per questo compie il viaggio della storia. Durante il viaggio ogni sera sopraggiunge la notte e si alzano le tende. E’ facile che qualcuno (o tanti) consideri queste tende da viaggio come un punto d’arrivo, e non voglia più levarle quando giunge l’alba. Così queste tende le chiama “valori”con la pretesa di considerarli la casa per sempre. Ma viene, prima o poi, pacificamente o violentemente, il momento che le tende si levino e si riprenda il cammino. Tutto qui? Un viaggio fine a se stesso? oppure il viaggio ha una meta? Nel primo caso l’approdo sarebbe il relativismo (quindi nessun approdo definitivo); nel secondo caso emergerebbe un traguardo, una finalità trascendente rispetto alla dimensione storica e contingente dell’uomo. La ragione indica l’approdo nella scienza e nella tecnica (un approdo definitivo ma progressivo); tecnica sempre meno strumento e sempre più fine. Il “sentimento” dà origine alla legge (un provvisorio elemento vincolante) e alla fede (il definitivo per scelta e per definizione). La “logica” indica nell’essere eterno e immutabile il dato primo e ultimo della realtà e del pensiero. Così l’eterno ritorno indica la circolarità del percorso storico-logico dell’uomo: partito dall’essere ritorna all’essere. Tutto ciò che è accaduto, accade e accadrà appartiene all’essere. Ma: l’Essere o gli esseri? L’orizzonte ontologico e l’orizzonte ontico (per dirla con Heidegger) sono distinti o coincidono?

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