Data: 18.06.2013

Autore: Piero Carelli

Oggetto: Viva il nichilismo!

Bravo Luca

per aver tradotto con un linguaggio accessibile a tutti autori di difficile comprensione;

per aver avuto il coraggio di esprimere con forza il tuo punto di vista;

per essere riuscito - tu ingegnere di “nascita” e filosofo di “adozione” (o viceversa?) - ad accendere un ampio dibattito.

Ti ringrazio anche per avere stimolato la mia modesta riflessione. Eccola: la metto a disposizione di tutto il popolo del Caffè filosofico virtuale.

Uno spettro il nichilismo? L’ho visto aleggiare quella sera. E ho visto la paura di tanta gente. Ma perché mai? Che cosa ha di così minaccioso? Perché mai oltre la “linea” dovrebbe esserci il baratro?

Il nichilismo altro non riflette che la “condizione umana” e al di là della linea non c’è il “Nulla”, ma solo la città dell’uomo: una città finalmente liberata dagli “assoluti”, dalle ideologie laiche e religiose che hanno provocato centinaia di milioni di morti; una città finalmente liberata dalla maledetta credenza di avere un accesso privilegiato al Divino.

Gli assoluti sono creati dagli uomini (chi può negarlo?): tutti gli assoluti, tutti gli dèi. Tutti prodotti storici. Tutti… non assoluti.

Il nichilismo è solo questo. Nessun Dio è morto, ma solo una falsa credenza. È morta la presunzione di avere Dio dalla propria parte, di essere un “popolo eletto”. È morta la credenza di avere una Missione storica da compiere.

Al di là della linea c’è solo la sapienza socratica: la consapevolezza dei limiti strutturali del sapere umano.

Al di là della linea c’è il fallibilismo di Popper: neppure la scienza è un assoluto.

Al di là della linea ci sono tanti cristiani di ieri e di oggi per cui la fede è un “credo quia absurdum”, un salto nel buio, un credere nel tormento del dubbio, “in timore e tremore”.

Al di là della linea non c’è nessun “Dio lo vuole”, nessun kamikaze che si immola provocando una strage “in nome di Dio”, nessun capo di Stato senza scrupoli che scatena una guerra “santa”.

Al di là della linea non c’è nessuno che impone la propria Verità in nome di presunti “diritti naturali” (i cosiddetti “diritti naturali” altro non sono che creazioni umane: è la storia che lo insegna).

Nessun terremoto, quindi. Nessuna barbarie. Nessun “Nulla” che divori i valori sacrosanti dell’Occidente.

Al di là della linea non c’è nessuno (un Sommo Sacerdote o un Hitler o uno Stalin…) che detta i “Valori” alle masse, ma solo lo spazio del “confronto” tra “opinioni”, lo spazio della democrazia in cui, grazie alla “mediazione” di quell’arte nobile che è la politica, si elaborano valori condivisi e validi per una comunità, lo spazio in cui dalle “convenzioni” delle città si arriva alla “convenzione” dell’Onu sui diritti dell’uomo. Lo spazio in cui si costruiscono i valori intorno alla “vita” e alla “morte”.

Al di là della linea non vengono meno neppure le certezze individuali: ognuno si batte per convincere altri della bontà delle proprie convinzioni “certe, ma solo con argomentazioni del tutto “umane”, al di là di ogni forma di manicheismo.

Il “Dio è morto” di Nietzsche non ha nulla a che vedere con la morte delle fedi, delle religioni, delle credenze. È anzi il trionfo della fede (anche di quella fede che è la scienza).

Nessun pericolo nemmeno per il cristianesimo: il suo patrimonio preziosissimo – piaccia o non piaccia – è alla base di tutti i valori che ha elaborato l’Occidente e che sono confluiti nelle costituzioni liberali e democratiche e nella celebre convenzione dell’Onu, un patrimonio (di valori “condivisi”) che non può non essere salvaguardato.

Oltre la linea non c’è più il “tempo degli dèi” (gli dèi tacciono), ma il tempo degli uomini che, con fatica e con tenacia, memore delle lezioni della storia, cercano di costruire una città dell’uomo più “umana”, rispettosa della vita di ogni uomo, attenta a maggior ragione agli “ultimi”.

Le guerre, sì, ci saranno ancora. Le ambizioni, sì, saranno ancora forti (anzi, di più in un mondo globalizzato), ma nessuno potrà giustificare le proprie crociate strumentalizzando qualche “Dio” perché sarà smascherato.

Solo questo è il nichilismo: viva, quindi, il nichilismo!

Una “provocazione”, la mia? Solo un’“opinione” di cui sono “certo”. Una lettura positiva del nichilismo. Una lettura salutare.

Crema, 10 febbraio 2010

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