Data: 22.06.2013

Autore: Secondo Giacobbi

Oggetto: Riflessioni

Cari amici ,

non ho potuto purtroppo partecipare al caffè-filosofico di lunedì 10 aprile, ma mi ha fatto molto piacere che la serata sia stata dedicata al tema del counselor filosofico. Da psicoanalista e da clinico ho accolto infatti con molto favore la nascita qualche anno fa, anche in Italia, di questa nuova figura professionale. Io stesso, pochi mesi fa, ho inviato ad un consulente filosofico un giovane aspirante paziente, che mi sembrava più adatto alle cure della filosofia che a quelle della psicoterapia.

Abbiamo sempre più bisogno, in questa autentica deriva antropologica che stiamo vivendo, di filosofia e di filosofia applicata al vivere quotidiano. E i nostri amici filosofi possono certamente dare un loro contributo anche sul terreno del disagio esistenziale e del malessere psichico. A questo punto le distinzioni tra consulenza filosofica e psicoterapia, tra psicoterapia e psicoanalisi ecc. ecc. sono secondarie. La mia opinione personale è che la consulenza filosofica è una forma di cura e quindi di terapia ( della parola e della relazione ) e come tale, pur nella specificità dell’approccio filosofico, esige nell’operatore una formazione adeguata, filosofica ovviamente, professionale ovviamente, ma anche, a mio avviso, tale da includere anche una psicoterapia personale, quale che ne sia l’orientamento. Verso i nostri clienti abbiamo grandi responsabilità. Medice, cura te ipsum. Buon lavoro a Pontremoli e Tanturli.

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