Sono felice di essere stato “attaccato” nell’intervento di Silvio Agosti – in realtà ne ha avuto un po’ per tutti – le tesi sono fatte per essere criticate. Purtroppo non potrò essere presente al prossimo incontro!... La cosa comincia ad essere interessante, vista la partecipazione. L’unica cosa che non mi piace troppo è lo slittamento su territori troppo contigui alla politica, cosa che potrebbe far degenerare un discorso che deve restare di carattere filosofico.
In qualche modo mi aspettavo quel tipo di risposta. La filosofia c’entra eccome, dal momento che si sta parlando di visioni del mondo e dell’uomo. A grandi linee, trattasi delle due posizioni – la mia e quella di Silvio Agosti – che si contrappongono sui giornali, in televisione, nella saggistica. Sempre per sommi capi, trattasi di chi – nonostante tutto – è del tutto felice di essere nato e cresciuto nel mondo Occidentale, con tutto ciò che si porta dietro, e di chi invece indirizza l’occhio verso i suoi scheletri nell’armadio. Beh, io non ho la minima intenzione di nasconderli, quegli scheletri. Le accuse di chi insiste sui massacri delle crociate, sui soprusi del colonialismo, sulle follie derivate dalla logica della guerra fredda e sull’ingordigia del mostruoso G8 non suonano alle mie orecchie come una rivelazione che dovrebbe folgorarmi e farmi cambiare idea, anche perchè non mi è ben chiaro verso quale sistema ideologico dovrei migrare. Quale idea di giustizia? Quale idea di democrazia? Quale idea di libertà? Ebbene, le idee di democrazia, libertà e giustizia che io approvo sono già qui, e non ho bisogno di andare a cercarmele altrove. Certo, Moriggi direbbe che io sono immerso nelle mie radici e non potrei non approvarle. Sembrerà presuntuoso, limitato, magari persino dogmatico, ma conservo ancora quell’ingenuità di chi crede che da questa parte del mondo si possa perfino insultare Dio senza finire sulla forca, considerando che questo sia preferibile a quegli ordinamenti che condannano a morte un apostata. Codificare le leggi in modo da difendere determinati diritti non porta, ovviamente, al loro automatico rispetto, ma ne è la condizione necessaria: insistere pretestuosamente sulla loro violazione, che non è sistematica, non porta da nessuna parte. Chi voglia difendere l’Occidente in modo serio – per chi deliberatamente non lo ama, il discorso finisce qui - non dimentica certo le atrocità commesse in passato, ma questa non è una buona ragione per sputare sui risultati ottenuti dalla loro presa di coscienza e rielaborazione, tradotti nelle nostre carte costituzionali. Qualunque satrapìa orientale, di carte costituzionali, non sente nemmeno il bisogno.
So bene qual è l’obiezione. L’Occidente non può fare la morale a nessuno. L’atomica l’abbiamo sganciata noi, Dresda l’abbiamo rasa al suolo noi, i crociati eravamo noi, i colonialisti eravamo noi, gli affamatori di oggi siamo noi (mi si dovrà però spiegare perchè, per molti, noi coincide quasi sempre con Stati Uniti d’America – come se l’Europa fosse un ramoscello di pace e giustizia. L’antiamericanismo è una malattia durissima a morire perchè è solo un’ideologia: qualunque cosa accada, la responsabilità è americana. Punto e basta). Lasciando pure perdere le contro-obiezioni che si potrebbero muovere, la differenza sta sotto gli occhi di tutti. Un Noam Chomsky iraniano, saudita, iraqeno (sotto il partito Baath) o nordvietnamita starebbe dietro le sbarre oppure sottoterra. Un cineasta che si permettesse di ridicolizzare i Guardiani della Rivoluzione come Michael Moore ha fatto con il petroliere repubblicano sparirebbe all’istante, assieme alle sue opere. Sappiamo tutti che fine fanno quelli che osano chiedere maggiore partecipazione democratica in Cina o a Cuba. Io continuo a non capire come sia possibile non cogliere la differenza - che oserei dire ontologica - che corre tra chi codifica in una legge dello stato la parità di diritti fra omosessuali ed eterosessuali, e chi gli omosessuali uccide. Tra chi non considera nemmeno come degna di essere messa in discussione la libertà religiosa, e chi considera l’apostasia un reato penale. Tra chi considera l’accesso all’informazione un diritto costituzionale e chi mette i filtri su Google censurando parole come democrazia. Tra chi crede che a scuola si debba insegnare tolleranza e rispetto e chi sostiene e diffonde il lavaggio del cervello di masse incredibili di alienati identitari o potenziali terroristi attraverso luoghi di istruzione e culto (anche in Europa!). Insisto: gli scheletri nell’armadio li hanno tutti; la differenza è che l’Occidente li elabora, li smaschera, li condanna, li rende evidenti, e coloro i quali promuovono queste operazioni culturali scrivono libri, appaiono in televisione, vivono una vita normale, tutelati dal sistema che pure stanno criticando. Ciò vale per gli Stati Uniti ed Israele, non vale per un’infinità di altri paesi. Detto questo, sono io il primo ad essermi imbestialito per Abu Ghraib e Guantànamo. Ma, guarda caso, il primo scandalo è stato denunciato dall’interno, ed i responsabili cominciano ad andare in galera. Il secondo ha scatenato una serie di contestazioni di incostituzionalità e la sua chiusura è stata già annunciata. Di entrambi sappiamo abbastanza: non abbiamo saputo niente per tantissimo tempo dei gulag sovietici che un portavoce di Amnesty International ha voluto incredibilmente paragonare al carcere americano. Questo è un perfetto esempio dell’ideologia relativistica oggi dominante: una mostruosità storica che ha prodotto milioni di morti per decenni comparata ad un carcere attivo per pochi anni, noto a tutti, luogo di soprusi e certamente di qualche omicidio. Un’altra differenza essenziale: le “schifezze”, come dice Vattimo, in democrazia saltano fuori in tempi relativamente brevi (anche se molti insistono solo su presunte verità nascoste tipiche di una certa cultura complottistica). Stesso discorso per l’altro centro di detenzione, luogo in passato di tortura brutale ed assassinio sistematico, nemmeno lontanamente paragonabile a ciò che ha fatto un gruppo di Marines dementi. La loro patria li punisce, ed il Senato vara leggi che inaspriscono ulteriormente le pene. Le innumerevoli camere dell’orrore trovate in questi anni ed ancora oggi ad opera dei nuovi barbari non fanno notizia. Ai miei occhi lo squilibrio di giudizio è evidente. Anzi, mi pare addirittura che i difensori del sistema di valori occidentale siano spesso messi in minoranza, almeno mediatica: i ritornelli alla moda dànno U.S.A. e Israele come il vero Axis of Evil – davvero curioso, quando il nuovo leader persiano tira le orecchie all’Europa perchè “la faccia finita con questa litania dei diritti umani”. Un esempio che lascia un sorriso amaro.
Ma a chi giovano, poi, tutti questi atti di contrizione e sensi di colpa sui misfatti veri o presunti di cui saremmo responsabili? Servono a spazzare via anche le nostre conquiste civili ed intellettuali? Ad ogni modo, non c’è scampo: la scorciatoia per smontare il mio discorso si trova facilmente rievocando “antiche alleanze” Occidente – dittatori, interessi occulti, eccetera – come se qualcuno pensasse che quelli non sono stati errori madornali. Detto tutto ciò, non ho la minima difficoltà a dire che l’attuale amministrazione d’oltre oceano è senz’altro una delle peggiori che l’Occidente contemporaneo abbia mai avuto – anche se quelle del vecchio continente non brillano di certo.
Un’ultima considerazione riguardo Aristotele e Newton. Lasciamo da parte gli esotismi dell’epistemologia. Si dà il caso che gli Shuttle vengano mandati in orbita previa calcolo delle leggi di moto secondo Newton, non “secondo Aristotele”. E non c’è nemmeno bisogno di scomodare Einstein. Anche non volendo sostenere una visione convenzionalista o strumentalistica delle teorie scientifiche, già questo – non senza una punta di ironia – dovrebbe dare da pensare a qualunque raffinato epistemologo. Ovviamente, senza nulla togliere al genio scientifico dello stagirita. Attendo smentite – forse sono ancora una volta troppo superficiale... avrò tempo e modo per ricredermi, di fronte a buone ragioni.
Data: 23.06.2013