Data: 24.06.2013

Autore: Tiziano Guerini

Oggetto: IN DIALOGO CON LUCA

“L’interlocutore non va ridotto al silenzio…il suo silenzio è il silenzio della verità; giacchè se questa non si realizza come toglimento della sua negazione, non si realizza nemmeno come verità” (E. Severino, Filosofia della prassi, Milano 1967)

(Approfitto della giornata di neve – campo di golf chiuso – perché tu possa ulteriormente meditare)

La verità esiste solo se esiste l’errore: per questo l’occidente (e anzitutto la filosofia metafisica occidentale) è hostis di se stesso (e l’oriente, in quanto culturalmente “altro”, se ne sta con se stesso: l’oriente di cui parli tu, invece, con gli aerei supersonici e il gioco in Borsa, non è che un occidente con gli occhi a mandorla).

Non sono io a considerare “la scienza” come tutto: è esattamente l’occidente che parla così di se stesso, e - stranamente - fin dai tempi dei filosofi antichi ammalati di conoscenze scientifiche, (ed oggi ha sempre di più il “potere” di farlo, sì che l’occidente si configura esattamente come quel “sopra” di cui parli tu, rispetto all’oriente; articolandosi peraltro, a sua volta, al proprio interno fra ricchi di potere e poveri - la dialettica servo/padrone).

E’ vero: ci vuole intolleranza! Bisogna essere intolleranti nel “vedere con gli occhi della filosofia” la verità, perché non diventi l’impotenza dell’Essere a manifestare se stesso. Ma la verità ha bisogno che l’errore si manifesti per manifestarsi a sua volta: per questo il colloquio fra Tronchetti Provera e Severino (pur così diversi nei loro obiettivi) non è né inutile né ridicolo.

P.S. Spero di vederti qualche volta direttamente agli incontri del Caffè Filosofico.

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