Data: 24.06.2013

Autore: Claudio Ceravolo

Oggetto: R: Sul concetto di tolleranza

Premetto di non avere nessuna pretesa di essere l’interprete ufficiale del pensiero di Massimo Cacciari, come dicevo nella serata del 14 febbraio.

Nondimeno, non ho potuto fare a meno di balzare sulla sedia leggendo l’intervento di Mauro De Zan. Mauro, dove mai hai letto che “Cacciari afferma che la tolleranza significa solo la concessione da parte del più forte, del superiore, di una parvenza di libertà nei confronti dell’inferiore che solo grazie alla paterna benevolenza dei potenti può godere così di alcuni diritti, tra cui quelli di espressione delle proprie idee e di professione di fede” , oppure che “la tolleranza non è nata in un clima pantofolaio-borghese come Cacciari, e prima di lui qualcun altro, vuole farci credere” ???

Cacciari parla a lungo della tolleranza all’interno dell’attuale scenario di globalizzazione (vedi L’Arcipelago pp 141 segg.), uno scenario caratterizzato della pretesa di omologare tutte le differenze. All’interno di questo processo di assimilazione dell’Altro, del differente, è oggi inserito anche un pensiero diffuso sulla tolleranza, vista però come benevola concessione all’Altro, a cui viene permesso di essere diverso nell’attesa di una sua assimilazione e di un suo adeguarsi alla Verità (fatta coincidere con la mia realtà, i miei valori ecc.).

Contro questa concezione di tolleranza Cacciari oppone una concezione di Armonia che esiste solo in quanto insieme di diversi. Nega che ci possa essere armonia all’interno di un pensiero unico, pervasivo, ma che solo il riconoscimento dell’Altro in quanto tale, accettando fino in fondo la sua differenza, possa costituire la com – unità. In questo senso, nel pensiero della globalizzazione la tolleranza nasconde dietro di sé la peggiore delle intolleranze, ossia la negazione stessa del diverso.

Esattamente il contrario di quanto affermerebbe l’interpretazione di Mauro, ed esattamente nel senso espresso secondo me benissimo da Patrizia de Capua nel suo intervento.

Come esempio di tolleranza Cacciari in diversi scritti ricorda il Dialogo dei tre savi, la bella storia di un cristiano, un ebreo e un musulmano che si incontrano (insieme hostes et hostis), si confrontano, si affrontano, nessuno converte l’altro, ma ognuno afferma nel dialogo la propria verità, e si con-ferma attraverso il dialogo.

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