Il presente non è un vero e proprio intervento, per come solitamente lo si intende a seguito di ogni incontro. E’ solo, in primo luogo, l’esternazione di un moto di soddisfazione che ho provato dopo aver letto il pezzo di Mauro De Zan. Prescindendo dalle valutazioni specifiche sul pensiero di Cacciari – autore che conosco in modo del tutto superficiale – apprezzo l’approccio generale al problema della tolleranza, che mi pare l’espressione di una sana concezione liberale, pronta sì ad accogliere il diverso ma al tempo stesso forte ed identitaria. Sulle roboanti filosofie hegelo–marxiste, le quali usano un gergo da iniziati per esporre concetti che potrebbero essere detti in modo chiaro come un cazzotto in faccia (per dirla con Wittgenstein), ho provato persino un sottile piacere. Mi sarebbe piaciuto intervenire in tal senso, ma non avrei avuto un centesimo di quella pertinenza e di quella pacatezza.
Detto questo, che è solo un modo un po’ prolisso per dire sono d’accordo – e ciò lascia forse il tempo che trova – vorrei semplicemente far rilevare un particolare, che probabilmente è già perfettamente evidente a chi coordina il Caffè e a chi lo frequenta. Dall’esplorazione del mondo culturale non occidentale siamo arrivati – fatalmente – al concetto di tolleranza. Collaterale a questo – dagli interventi orali e scritti ha fatto capolino – deriva la terribilmente attuale e futura questione del fondamentalismo e del terrorismo connesso. Da questo tema non può non scaturire la discussione sullo scisma in atto nel mondo musulmano tra spinte innovatrici da una parte, e barbara involuzione che una sua parte minoritaria ma crescente sta cercando di imporgli.
Apprendo che, nel prossimo incontro, si discuterà di ebraismo. Abbastanza difficilmente il tema può restare confinato nelle eteree maglie della pura speculazione filosofica e teologica. Questo è un ponte ideale per passare poi ad osservare quel mondo che, più di ogni altro oggi, si contrappone proprio ad esso ed ai valori occidentali – almeno per una sua parte.
Se mai si affronterà l’argomento, il mio auspicio è che si possa farlo fuori da qualunque gabbia ideologica – filosofica o politica – cosa che io vedrei come vero e proprio fumo negli occhi, primo nemico di un vero confronto razionale. Credo e spero che l’impostazione che ho proposto poco sopra – la lotta interna all’Islam – possa costituire terreno comune.
Data: 24.06.2013