Data: 24.06.2013

Autore: Patrizia de Capua

Oggetto: R: Sul concetto di tolleranza


Caro Mauro,

vorrei chiarire la mia personale posizione rispetto al concetto di tolleranza.

Lungi da me misconoscerne la tormentata origine storica. Si può dire che non passi giorno di scuola in cui non se ne parli nelle mie classi, soprattutto in quarta, classe in cui si affronta il doloroso (e fortunatamente vincente) processo che ha condotto al rifiuto del principio di autorità e all’affermazione della libertà di pensiero. L’illuminismo poi è una filosofia assolutamente imprescindibile per capire le nostre radici e i nostri valori. Valori nei quali anch’io mi riconosco.

Semplicemente, riflettendo sul pensiero di Cacciari, trovo che a distanza di due secoli e mezzo da Voltaire, siamo forse in grado di fare un passo avanti e, così come nell’ambito di Statuti e Costituzioni si è passati dalle carte octroyées alle costituzioni votate, anche nel campo della comprensione fra popoli e civiltà diverse riusciamo a passare dalla tolleranza a qualcosa di meglio. Che cosa sia questo qualcosa è difficile dire, poiché non mi accontento di amore, solidarietà, fratellanza o compassione (quest’ultimo sentimento poi è più che mai rischioso). Preferisco pensare a un interesse che nasce dalla capacità di capire l’essere umano diverso da noi. Quello che ho malamente chiamato “una strada filosofica”. Che poi Cacciari sia borghese pantofolaio può darsi, se per borghese si intende ricco. Pantofolaio mi pare molto di più l’aristocratico Vailati, con il suo magnanimo paternalismo nei confronti degli operai.

Comunque non vorrei che con queste etichette si finisse con il ricadere proprio in quel clima di vera e propria persecuzione ideologica da te giustamente stigmatizzato, quando ricordi gli anni dell’università non come formidabili, ma come anni di “stupido odio”.

A questo proposito, visto che la mia citazione di Marx ha sollevato reazioni risentite, vorrei ridimensionare la citazione stessa in un contesto strettamente autobiografico: volevo dire che finalmente ho capito che è vero che dal rapporto fra l’uomo e la donna si misura il grado di civiltà di un paese. Chiedo scusa se ho impiegato tanti anni a capirlo.

Ciao

Patrizia.

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