Vengono di seguito proposte alcune riflessioni, tratte da Autori diversi, riguardanti il linguaggio.
Nelle intenzioni di chi propone non vi è lo scopo di esporre sistematicamente l’argomento né di formulare un pronunciarsi su di esso (anche se questo già avviene nel solo tracciare un’organizzazione del tema), ma quello di suscitare, attraverso un rilevamento storico–teoretico, la problematizzazione dell’argomento stesso, al fine di avviare un confronto nella sede convenuta.
Organizzazione delle riflessioni:
definizione
linguaggio e origine
linguaggio e lingua
linguaggio come suono
linguaggio come significato
linguaggio come essere
Definizione
«Insieme di codici che permettono di trasmettere, conservare ed elaborare informazioni tramite segni intersoggettivi in grado di significare altro da sé. Esso, pur essendo dislocato rispetto all’immediatezza del segno, da questo è richiamato mediante l’atto del denotare e del connotare. La comunicazione, come scambio di informazioni tramite l’uso dei segni, è prerogativa comune tanto degli uomini che degli animali. Ma mentre il linguaggio animale è connaturato, non si evolve e si riferisce solo ad eventi immediati e concreti, il linguaggio umano è in massima parte appreso, si evolve nel corso della vita dell’individuo e della specie e può riferirsi a oggetti astratti mediante l’impiego di simboli […] e di concetti» .
«In generale, l’uso dei segni intersoggettivi. Per intersoggettivi si intendono i segni che rendono possibile la comunicazione. Per uso si intende:1° la possibilità di scelta (istituzione, mutazione, correzione) dei segni; 2° la possibilità di combinazione di tali segni in modi limitati e ripetibili» .
Linguaggio e origine
«Dio, avendo inteso che l’uomo fosse una creatura socievole, lo ha fatto, non soltanto con l’inclinazione, e dominato da una necessità, di accompagnarsi agli altri esseri della specie sua, ma lo ha anche fornito del linguaggio, destinato ad essere il grande strumento e il comune legame della società» .
«Il linguaggio è antico quanto la coscienza, il linguaggio è la coscienza reale pratica, che esiste anche per gli altri uomini e che dunque è la sola esistente anche per me stesso, e il linguaggio, come la coscienza, sorge dal bisogno, dalla necessità di rapporti con altri uomini» .
Linguaggio e Lingua
«La lingua è un prodotto sociale della facoltà del linguaggio e nello stesso tempo un insieme di convenzioni necessarie adottate dal corpo sociale per permettere l’esercizio di questa facoltà presso gli individui. Preso nel suo insieme, il linguaggio è multiforme ed eteroclicto; a cavallo di domini diversi — quello fisico, quello fisiologico e quello psichico — esso appartiene anche al dominio individuale e al dominio sociale; non si lascia classificare in alcuna categoria di fatti umani perché non si sa come determinare l’unità» .
Linguaggio come suono
«Perciò, lo scopo delle parole [«suoni articolati» mediante «organi» di cui è fornito l’uomo «dalla natura» ] è di essere segni sensibili delle idee; e le idee per le quali esse stanno sono il loro significato proprio ed immediato» .
«Ma la più nobile e giovevole invenzione fra tutte le altre fu quella della PAROLA, consistente in nomi o appellativi e nella loro connessione, con cui gli uomini registrano i loro pensieri, li richiamano quando sono passati e se li dichiarano pure l’un l’altro per mutua utilità e per conversazione; senza di essa non ci sarebbero stati tra gli uomini né stato, né società, né contratto, né pace, non più che tra leoni, orsi, lupi» .
Linguaggio come significato
«Il segno non ha una funzione simbolica di rappresentazione della realtà. L’analisi logica prende in considerazione i segni e le loro combinazioni prescindendo dal problema del loro riferimento»
«Non vi è un problema della “giustificazione”, vi sono problemi delle conseguenze sintattiche a cui conduce l’una o l’altra scelta, e tra questi anche il problema dell’assenza di contraddizione»
«L’analisi del significato delle espressioni si manifesta in due forme fondamentalmente diverse. La prima appartiene alla pragmatica, ossia all’indagine empirica delle lingue naturali storicamente date. Questo tipo di analisi è stato condotto per molto tempo dai linguisti e dai filosofi, specialmente dai filosofi analitici. La seconda forma è stata sviluppata solo recentemente nel campo della logica simbolica; essa appartiene alla semantica (qui intesa nel senso di semantica pura, mentre la semantica descrittiva può essere considerata parte della pragmatica), ossia allo studio di sistemi linguistici costruiti, sistemi dati in base alle loro regole» ,
Linguaggio come essere
«La decadenza del linguaggio, di cui da qualche tempo si parla molto, anche se tardivamente, non è però il fondamento, ma già una conseguenza di quel processo per cui il linguaggio, sotto il dominio della moderna metafisica della soggettività, cade in modo quasi inarrestabile fuori dal suo elemento. Il linguaggio ci rifiuta ancora la sua essenza, che consiste nell’essere la casa della verità dell’essere. Il linguaggio si concede piuttosto al nostro semplice volere e alla nostra attività come uno strumento del dominio sull’ente. Quest’ultimo, a sua volta, appare come il reale nel complesso delle cause e degli effetti. L’ente come reale lo incontriamo non solo agendo-calcolando, ma anche scientificamente e filosoficamente con le spiegazioni e le fondazioni» .
«Ai vegetali e agli animali manca il linguaggio perché essi sono ognora imbrigliati nel proprio ambiente, senza mai essere liberamente posti nella radura dell’essere che, sola, è «mondo». Ma essi non sono legati al loro ambiente, privi di mondo, perché è negato loro il linguaggio. In questa parola «ambiente» urge tutta l’enigmaticità dell’essere vivente. Nella sua essenza, il linguaggio non è l’espressione di un organismo, così come non è l’espressione di un essere vivente. Perciò esso non può mai essere pensato in modo adeguato alla sua essenza nemmeno in base al suo carattere di segno e forse neppure in base al suo carattere di significato. Il linguaggio è avvento (Ankunft) diradante-velante dell’essere stesso» .
«Ma l’uomo non è solo un essere vivente che, accanto ad altre facoltà, possiede anche il linguaggio. Piuttosto il linguaggio è la casa dell’essere, abitando la quale l’uomo e-siste, appartenendo alla verità dell’essere e custodendola».
Data: 01.07.2013