Data: 22.04.2014

Autore: Giovanni Zacchetti

Oggetto: Alcune osservazioni

a) Paragone Parlamento e folla….

Premetto che sono il primo a dire a volte tutto il male possibile del nostro Parlamento. Sinceramente non so però se regga il paragone tra il Parlamento, pur talvolta isterico, e la folla in generale, le sette, la massa. Con tutto il rispetto dovuto agli studiosi mi pare un pochino azzardato sostenere che per tutti i raggruppamenti (indipendentemente dalla natura della loro formazione, dagli scopi che si prefiggono, dalle caratteristiche di personalità e di preparazione dei loro componenti) debbano per forza valere identiche “ norme che regolano i meccanismi di gruppo”. Trovo soprattutto singolare, perché non confermate dalla mia personale esperienza, anche le affermazioni che” le intelligenze nel gruppo ,si elidono e non si rafforzano” e ancor più che il singolo “subisce un’alterazione del comportamento.”
Per me un conto è parlare di meccanismi patologici/ criminali. Intendo quelli che possono scattare ad esempio in un gruppo di tifosi dopo che la propria squadra ha perso. Allora magari questi improvvisamente sono capaci di prendere d’assalto un treno senza pagare il biglietto e di rompere tutto ciò che è distruttibile come se non esistesse più la responsabilità individuale. E magari ognuno di loro singolarmente non si sarebbe mai abbandonato a nessuna forma di violenza e avrebbe rispettato le leggi della convivenza civile.
Un conto è invece parlare del normale funzionamento di un gruppo i cui i componenti hanno accettato liberamente di mettere a disposizione le proprie competenze per il raggiungimento di un fine e sono anche consapevoli delle dinamiche positive e negative che regolano il funzionamento del loro lavoro. E qui avere” i migliori” con le caratteristiche indicate da Piero sarebbe il massimo.

b) I Migliori

Da parte mia mi accontenterei che ognuno degli eletti avesse anche solo” l’onestà intellettuale”. Un’onestà intellettuale capace di far riconoscere quali sono i propri punti di forza e quali di debolezza Un’onestà capace di far accettare serenamente di collaborare con gli altri dando a tutti il giusto spazio. Capace soprattutto anche di suggerire che è arrivato io momento di” togliere il disturbo” lasciando il posto a chi è più meritevole.

c) Come scegliere i migliori

Ma il punto delicato è: come fare arrivare questi uomini/donne speciali in Parlamento?
Fin quando avremo liste/ listini bloccate/i, con nomi scelti dai capi dei partiti , c’è solo da sperare in un colpo di fortuna e che le persone una volta elette si liberino di ogni forma di riconoscenza/dipendenza nei confronti dei leader e agiscano veramente senza vincolo di mandato nell’interesse del Paese.
Occorre però riconoscere che, se anche potessimo “veramente” scegliere il deputato, l’elettore dovrebbe far ricorso a tutta la sua maturità per non cadere nella trappola, indicata da Luca, delle “forze di suggestione e sollecitazioni ipnotiche, realizzate attraverso il sistema dei media e dell’arte oratoria”. C’è il rischio infatti di essere portati in buona fede a scambiare lucciole per lanterne.

c) Perché votare

Perché andare a votare?
Perché per il momento il voto è l’unico strumento a disposizione per fare in modo che i cittadini possano tentare di esercitare la loro “sovranità” ed esprimersi pro o contro un programma elettorale. Nonostante tutti i suoi limiti. Limiti che sta a noi superare. Magari cominciando a stare continuamente con il fiato sul collo di coloro che abbiamo eletto rifiutando di rilasciare loro pericolose cambiali in bianco. Non sarebbe male iniziare ad utilizzare le nuove tecnologie a questo scopo. Un bombardamento di email in certi momenti del dibattito parlamentare potrebbe servire allo scopo. Naturalmente purché non sia rivolto a mantenere piccoli /grandi privilegi nascosti accuratamente sotto la maschera dell’alibi del raggiungimento del bene comune.

d) La fraternità come categoria politica

E qui potrebbero venirci utili le indicazioni di Lo Presti per cui gli studi che affrontano la relazione tra democrazia e interdipendenza recuperano il principio di fraternità come categoria politica. Lo studioso ha sottolineato parlando di società multietniche che ” al principio sociologico dell'interdipendenza corrisponde quello etico di comune destino, secondo il quale il bene di ciascuno passa per quello di chiunque altro: non è possibile credere di poter vivere in un'isola felice se tutt'attorno è disseminata sofferenza. Siamo tutti sulla stessa barca…L'esito storico necessario è che ci si deve occupare del bene dell'altro come fosse il proprio”
Non sarebbe questo un bel modo anche di occuparci di Europa? Anche se non sono veramente convinto come sostiene Lo Presti, che” le rivendicazioni di libertà e uguaglianza” abbiano fatto il loro tempo e “ si rivelano incapaci di sostenere le nostre società multietniche” Comunque sono persuaso che la fraternità come categoria politica accolga al suo interno le rivendicazioni di libertà e uguaglianza.

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