Data: 18.09.2015

Autore: Tiziano Guerini

Oggetto: A proposito della prova dell'esistenza di Dio secondo Sant'Anselmo d'Aosta

La comunicazione del prof. Maschio nell'ultimo incontro del Caffè' filosofico è stata troppo stimolante per non essere ripresa, sia pure da un diverso punto di vista rispetto all'analisi del testo anselmiano come egregiamente e convincentemente fa Patrizia De Capua. La supposta prova logica non solo sbanda pericolosamente fino a finire fuori strada, ma costringe ad affrontare il vero tema che non è tanto l'esistenza di dio quanto "chi è dio". Il pensiero occidentale a lungo (e per tanti aspetti ancora oggi) si è servito di dio per giustificare e cosi' spiegare il mondo, meglio il divenire (dal nulla) di tutte le cose. Dio è un assoluto che serve! In realtà, cioè, dio è stato travisato fino al punto di renderlo "funzionale" ad una determinata concezione del mondo. Dio, in questo modo, è stato "nominato", è stato "definito" senza renderci conto che ogni definizione di dio equivale ad un suo travisamento. Di più: se si travisa su dio allora il travisamento colpisce anche l'uomo, anzi tutta la realtà. E il travisamento sull'uomo e sulla realta' significa il dramma, la tragedia. Come ben sa la migliore letteratura - ma in genere tutta l'arte - del '900. Nell'ultimo appuntamento di Crema del Pensiero che aveva come tematica il comandamento "non nominare il nome di dio invano" -a parte l'invano su cui possiamo facilmente metterci d'accordo - più di un relatore ha sostenuto che dio non bisogna nominarlo proprio. Come ben sa Piero Carelli che intitola il suo scritto "chiunque tu sia". Da qui la paradossale conclusione: credo nel dio che non c'è. Che non vuol dire che dio non esiste, né tanto meno che non bisogna credere. E' solo affidato alla fede, purché, beninteso, si tratti di una fede rigorosa, asciutta e sopratutto consapevole che - se anche si sostiene che "dio stesso ha parlato all'uomo" nei profeti e nella chiesa - questo non toglie che il possibile travisamento stia nell'ascolto dell'uomo.

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