Data: 05.11.2015

Autore: Patrizia de Capua

Oggetto: Il Caffè stuzzica l’appetito

Il caffè - si sa - facilita la digestione. Quello filosofico, come ogni Caffè che si rispetti, aiuta con il suo forum a rielaborare pensieri e suggestioni emerse nell’incontro precedente, così da offrire spunti di approfondimento che vanno in direzioni diversificate e imprevedibili: nero, macchiato, lungo, ristretto, doppio, bollente, corretto…
Ma il caffè, con la sua carica energetica, può fare ben altro: dal momento che digerire il pasto precedente è premessa indispensabile per affrontare il successivo, il caffè diviene ponte verso un nuovo pranzo. Così anche il Caffè filosofico stuzzica l’appetito di nuove vivande per la mente, annunciando relatori e temi che saranno presenti nell’incontro a venire.
Ma se la locandina, con le sue sintetiche note da caffè ristretto, non bastasse a chi magari predilige l’aroma leggero e persistente di un caffè americano, ecco qui di seguito alcuni appunti per meglio gustare il menu del prossimo 9 novembre.
Il relatore Fabio Minazzi è senza dubbio uno studioso di vaglia, e chiunque può accertarsene consultando in internet il suo curriculum sul sito dell’Università dell’Insubria (https://www4.uninsubria.it/on-line/home/rubrica/home-page-docente.html?P1_n=fabio.minazzi). Quello che il curriculum non dice è che Minazzi intrattiene un rapporto privilegiato con la città di Crema fin da quando, negli anni ’90 del secolo scorso, il “Centro Studi Giovanni Vailati”, nella persona del suo presidente Mauro De Zan, lo invitò ad alcuni incontri culturali legati alla figura del cremasco Giovanni Vailati, filosofo e matematico tuttora poco noto per molti concittadini, malgrado gli sforzi del citato “Centro Studi”, nonché, in occasione del centenario della morte dello scienziato, dello stesso Caffè filosofico (si veda, in proposito, il libro di Luca Lunardi La Crema del Caffè Filosofico. Idee, dibattiti, protagonisti 2003-2013, in particolare alle pagine 73-75). Il professor Minazzi, infatti, ha dedicato a Giovanni Vailati un buon numero di notevoli pubblicazioni.
Ma Minazzi sarà da noi il 9 novembre 2015 per parlare di un altro grande oggetto di interesse, o meglio di passione, della sua attività di ricerca: Giulio Preti (1911-1972). Al filosofo pavese Minazzi ha ugualmente dedicato un gran numero di notevolissime pubblicazioni, che non si limitano all’analisi del pensiero, ma indagano e scavano fino a dispiegare un’immagine esaustiva del contesto storico, culturale e personale in cui Preti visse ed operò. Un contesto articolato e ricco di sollecitazioni alla riflessione, specialmente negli anni dello “spazio banfiano-milanese delle immagini, del tempo e della memoria” ( F. Minazzi, Suppositio pro significato non ultimato. Giulio Preti neorealista logico, Mimesis Edizioni, Milano-Udine, 2011, Capitolo Primo): quelli a cavallo fra il 1930 e il 1940. Ed è proprio in quel favoloso periodo di suggestioni poetiche, iniziative letterarie e studi filosofici che Giulio Preti ebbe occasione di fare conoscenza con la nostra città, in qualità di docente di Filosofia e Pedagogia presso il Regio Istituto Magistrale “Guido Albergoni” di Crema, fra il 1937 e il 1941.
E qui viene il bello. Sì, perché il professor Fabio Minazzi, con la curiosità intellettuale che si addice ad ogni scienziato della ricerca storico-filosofica, ha spulciato documenti, incontrato persone, interrogato luoghi, sfogliato riviste, allestito convegni, spedito e-mail, partecipato a viaggi esplorativi in paesi lontani, respirato la polvere di certificati ingialliti dall’impietoso tempo, oltre
ovviamente a divorare centinaia di libri, fino a diventare un super esperto della figura di Giulio Preti, la cui opera del 1957 Praxis ed empirismo, sia detto fra parentesi, rimane ancor oggi testo d’esame nelle principali Università italiane. Finalmente, a Crema Minazzi ha incontrato alcune deliziose Signore che, una settantina di anni orsono, hanno avuto il privilegio di essere alunne del professor Preti. Questo è accaduto il primo marzo 2012 presso la sede del Regio Istituto Magistrale, divenuto nel frattempo sezione Pedagogica del Liceo Racchetti. Un incontro davvero memorabile a cui parteciparono decine di studenti liceali affascinati dalla capacità di Minazzi di rivolgersi a un pubblico vasto e vario, diverso da quello degli universitari a cui abitualmente si indirizza. Una vera e propria lectio magistralis fornì ai presenti un quadro significativo della personalità di Preti e un primo approccio al percorso di ricerca dell’Autore, fra fenomenologia husserliana, neorealismo logico e razionalismo critico.
L’appuntamento del 9 novembre rappresenta la realizzazione di un progetto germogliato nella mente e nel cuore di Fabio Minazzi forse durante quei viaggi a Crema: apporre in un libro dedicato a Giulio Preti un breve ma intenso capitolo che riporti le testimonianze delle sue ex alunne. Ebbene, il progetto è giunto a compimento nell’opera Il bios theorethikòs di Giulio Preti (Mimesis Edizioni, Milano-Udine, 2015, 2 voll.), di cui si parlerà al Caffè. Quelle testimonianze, raccolte per iscritto, telefonicamente o di persona, sono gioielli di memoria, luccicanti di nostalgia per il professore innamorato di Madama Filosofia, e innamorato anche della collega di Lettere, la poetessa Daria Menicanti (insegnante nella stessa scuola, e anch’essa ricordata con affetto), divenuta sua moglie il 30 ottobre 1937. Tutte quelle gentili Signore, dunque, sono caldamente invitate a partecipare all’incontro, che si preannuncia più emozionante che mai. Avremo modo di farci coinvolgere ancora una volta dalla grande abilità del professor Minazzi nel coniugare rigore teoretico e opportuni riferimenti alla personalità e alla vita di Giulio Preti: “un uomo pieno di debiti/idrofobo/gran dormitore/grande fumatore/con la barba di almeno tre giorni/odiatore del piccolo – di suo/un genio, questo sì:/degli aerei giochi un maestro -/lodatore delle altre/ballerino”, come lo descrive la Menicanti nel suo Canzoniere per Giulio. E capiremo la bellezza di una vita teoretica, ma vita reale, piena di difetti e consapevole del limite.
Che proposta può nascere per un prossimo Caffè? Un sogno: ricordare un altro professore di Filosofia che insegnò a Crema: quel Franco Fergnani che - come scrive Minazzi nel testo Giulio Preti: le opere e i giorni. Una vita più che vita per la filosofia quale onesto mestiere (Mimesis Edizioni, Milano-Udine 2001, pag. 73) - nel momento in cui molti mostravano di non comprendere il significato di Praxis ed empirismo, si assunse “l’onere di svolgere una puntuale illustrazione critico-costruttiva delle tesi del volume pretiano”.
L’ingrediente che al Caffè non può mancare e non mancherà è il calore, ovverosia la passione: non nemica, ma alleata affidabile di ogni ricerca, e tanto più di una ricerca filosofica dotata di senso.

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