La natura, il fluire, l'apparire della realtà nell'esperienza sensibile di ciascuno, e il logos, la parola, l'idea, come esigenza d'ordine, di stabilita'- per quanto possibile - della realtà per la vita sociale. Il dualismo così determinato deve essere dialetticamente analizzato, essendo essenziali ed indispensabili entrambe le posizioni. Ma quale la sintesi? Nietzsche risolve il problema eliminando qualsiasi dimensione assoluta, portando il logos (antitesi) ad agire sulla natura (tesi) e per questo si avvia sulla strada (disperante) "dell'eterno ritorno": nemmeno il passato può essere mai "definitivamente" tale! E se invece considerassimo diversamente tale azione del logos nei confronti della "natura" (le cose) senza abbandonarla ad un continuo fluire fine a se stesso, senza senso (Leopardi), ma riuscendo a scoprire per tutte le singole cose una loro identità unica e irripetibile? L'identità unica e irripetibile delle cose le affiderebbe così con sicurezza al confronto con l'eternità: né il passato né il futuro hanno mai potuto, né mai potranno scalfire l'identità di una cosa con se stessa!