COME L'OCCIDENTE SI E' RESO DIPENDENTE DALLE MONARCHIE ARABE DEL GOLFO. STATI UNITI, GRAN BRETAGNA E RIVOLUZIONE PETROLIFERA, 1968-1974 - RELATORE: BRUNO PIERRI. INTRODUCE FRANCO GALLO

11.01.2016 21:00

Alla fine degli anni sessanta del secolo scorso, il mercato energetico era ancora controllato dai consumatori. Nell’arco di un quinquennio, la situazione si era capovolta. I produttori stabilivano unilateralmente il prezzo del petrolio, mentre le compagnie avevano firmato contratti di partecipazione, ai sensi dei quali la proprietà sarebbe gradualmente passata di mano. A monte di questa rivoluzione vi erano svariate ragioni: l’aumento della domanda e il calo dell’offerta; le turbolenze mediorientali e la chiusura del Canale di Suez, con conseguente valorizzazione del greggio africano; la consapevolezza dei produttori di disporre della materia prima su cui si basava la società industriale. A determinare il cambiamento furono anche le scelte di Washington. La Twin Pillars Policy prevedeva che gli interessi americani nell’area del Golfo Persico fossero tutelati dalle realtà regionali, in particolare Iran e Arabia Saudita. Le due monarchie dovevano allestire potenti eserciti e sviluppare un moderno apparato industriale. Il modo più rapido per ottenere tutto ciò era aumentare il prezzo del greggio. Pertanto, l’Amministrazione Nixon nulla fece per disincentivare gli appetiti degli sceicchi, il tutto nel nome della classica dottrina del Containment. Con la crisi del 1973-1974, la situazione sfuggì di mano. Un aumento dei prezzi del trecento per cento nel giro di pochi mesi non era stato previsto. Ciò mise anche in luce una profonda divergenza di vedute in seno all’Alleanza atlantica, in quanto la dipendenza dell’Europa occidentale dalle risorse mediorientali era molto elevata, tanto che le scelte dei governi della Comunità economica europea irritarono non poco la Casa Bianca. Inoltre, il riciclo dei petrodollari finì per instaurare una interdipendenza tra i Paesi occidentali e le monarchie arabe più conservatrici, portatrici di una visione della società estremamente religiosa, alla luce di interpretazioni radicali della dottrina islamica. Il tutto in una cornice di un doppio conflitto interno, sia tra regimi di ispirazione socialista e monarchie conservatici, che tra arabi sunniti e persiani shiiti.

 

Materiale consigliato dal Relatore:

www.andreamanciulli.it/wp-content/uploads/2015/12/Rapporto-Manciulli_DAESH-La-sfida-alla-sicurezza-regionale-e-internazionale.pdf

filestore.nationalarchives.gov.uk/pdfs/small/cab-129-132-c-136.pdf

CIA prediction of 1973 war.pdf (2348869)

NSC - XIX - 2015 - 2.pdf (11060742)

 

 

Bruno Pierri (Taranto, 1971), laureato in Lingue e Letterature Straniere presso l'Università di Lecce nel 1995, dottore di ricerca in Storia, Istituzioni e Relazioni Internazionali dei Paesi Extra-Europei presso l'Università di Pisa, ha usufruito di assegni di ricerca in Storia delle Relazioni Internazionali presso l'Università del Salento e di borse di studio, tra cui l'Exchange Visitor Program del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Ha trascorso periodi di studio e ricerca in Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Austria. E' autore di numerosi saggi, di cui alcuni in inglese, pubblicati in svariate riviste, quali "Clio", "Nuova Storia Contemporanea", "RiMe", "Mondo Contemporaneo", “Studium”, “Eunomia”. Ha scritto le monografie Giganti petroliferi e grandi consumatori, Studium, 2015, Guerra fredda e illusioni imperiali, Congedo, 2007, e Gran Bretagna 1945, Lacaita, 2000. Ha insegnato Lingua Inglese presso le Facoltà di Lettere e Filosofia e di Economia dell'Università del Salento e attualmente è docente di Lingua e Civiltà Inglese presso l’I.S.S. "Racchetti-Da Vinci" di Crema e Professore a contratto di History of Italian Foreign Policy presso l’Università di Parma.

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